ll 1980 è l’anno che segna la nascita della Missione Archeologica Italiana nello Yemen del Nord (l’allora Repubblica Araba Yemenita). Grazie ad un piccolo fondo del Ministero degli Affari Esteri e al patrocinio dell’Istituto per l’Oriente di Roma, Alessandro de Maigret avviò una serie di ricerche sistematiche sul campo che si proponevano di indagare sulle origini dei Sabei, di identificare i loro predecessori e di ricostruire su basi archeologiche una cronologia assoluta dello Yemen pre-islamico. L’intento fondamentale restava quello di mettere a disposizione dei sudarabisti una nuova base documentaria sulla quale confrontare gli abbondanti, ma ancora assai controversi, dati epigrafici disponibili. Nel corso della prima breve campagna esplorativa, il prof. A. de Maigret ebbe modo di esplorare una zona dell’altopiano, e di constatare l’abbondanza e l’eterogeneità degli insediamenti che si vi trovavano disseminati. Una profusione eccezionale e confusa di antichità che lo convinse della necessità di scegliere un’area dai ben definiti limiti geografici ed ecologici, nella quale svolgere ricognizioni e scavi campione in modo sistematico. L’allora capo delle Antichità, il qādī Ismā‘īl al-Aqwā‘, storico dello Yemen medievale, dallo spirito attento e lungimirante, acconsentì alla richiesta di concessione per ricerche nell’ampia area a sud-est di San‘ā’ compresa nel bacino idrografico del Wādī Dhanah (regioni del Khawlān at-Tiyāl e di al-Hadā).
La Missione archeologica italiana nello Yemen è stata fondata dal prof. Alessandro de Maigret nel 1980 e da lui diretta sino al 2010. Dal 2011 è diretta dalla dott.ssa Sabina Antonini. Sino a questa data la Missione ha fatto capo all’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO), presieduto dal prof. Gherardo Gnoli. Nel 2012 ha fatto parte dell’Associazione di Amicizia Italo-Yemenita, presieduta dal dott. Alberto Angelici, e da gennaio 2013 è parte dell’Associazione Monumenta Orientalia, diretta dall’architetto Roberto Parapetti.
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