AL-MAḪDARAH

Nome Arabo

المخدرة

Nome antico

Regione

Maʾrib Governorate

Coordinate

15.55905, 44.9703

Fig. 1 – Veduta della necropoli di al-Makhdarah, dove la Missione italiana ha scavato le “tombe a torretta” nel 1986.

Tra il 1985 ed il 1987 la Missione italiana dedicò una sostanziosa parte del suo impegno in una serie di indagini e di scavi sulle necropoli sudarabiche. L’unica necropoli sino ad allora conosciuta era quella scavata dalla Missione americana a Tamna‘ all’inizio degli anni 1950, ma nulla era stato fatto per le tombe nel resto del Paese, pure, esse apparivano numerose e, data le loro grande varietà morfologica, piuttosto enigmatiche. In particolare, nel corso delle nostre esplorazioni nel Khawlān, si erano spesso notate, sulle alture, lontane dagli insediamenti, delle torrette tronco-coniche in pietra che, pur notate dai viaggiatori precedenti, non dimostravano una loro chiara funzione. Nel sito di al-Makhdarah e al-Manqas, non lontano da Sirwāh (Fig. 1), trovammo una forte concentrazione di queste torrette e decidemmo di scavarne una dozzina.

Si trattava in effetti di tombe. Pur risultando, quasi sempre, violate in antico, gli scavi permisero di accertare alcuni dei principali caratteri del costume funerario. Le sepolture multiple suggerivano l’ipotesi di tombe di famiglia. I corpi deposti per ultimi recavano ancora numerose tracce di tessuti e di sostanze vegetali relative probabilmente ad una rozza forma d’imbalsamazione. Dei corredi restavano, per lo più, solo poche tracce (perline, frammenti di bronzo e ferro). Solo in un caso trovammo, completo, il corredo di ornamentazione di una giovane donna, consistente in una collana in pietre semi-preziose, conchiglie e oro, un bracciale di cornalina, un anello in osso e oggetti relativi alla preparazione e all’utilizzazione del bistro. La ceramica era sempre straordinariamente assente. Campioni di ossa, sottoposti alle analisi con il C14, rivelarono date comprese tra l’VIII sec. a.C. e il I sec. d.C. Si era, quindi, in pieno I millennio a.C., in un periodo cioè contemporaneo al fiorire degli Stati sudarabici.

Uno studio sistematico della distribuzione di queste tombe a torretta nel territorio yemenita mostrò che le necropoli tendevano a disporsi sempre in posizione decentrata rispetto alle grandi città fortificate di periodo sudarabico. A volte le tombe si trovano ubicate in zone che distano oltre un centinaio di chilometri dal più vicino centro sabeo o mineo. In certe zone il numero delle tombe era elevatissimo: lungo il limite settentrionale del Ramlat al-Sab‘atayn, ad esempio, se ne contarono (anche con l’ausilio delle foto aeree) più di 4.000. Si notò, in particolare, che esse si susseguivano in lunghe catene che coprivano gli intervalli spaziali esistenti tra i gruppi insediamentali d’età classica. Da qui l’idea che la posizione di tali monumenti funerari ricalcasse il tracciato delle vie che mettevano in comunicazione tra loro i centri d’età storica, ciò che avrebbe potuto implicare un collegamento tra quelle strutture e il commercio antico.